Habemus Papam: Abbiamo un nuovo Papa
Di Don Shenan J. Boquet
(Originale in Inglese)
È stato indubbiamente un conclave veloce.
Che gioia vedere quella fumata bianca giovedì scorso e, poco dopo, il volto teso ma sorridente del nostro nuovo Santo Padre sbucare fuori nella loggia centrale della Basilica di San Pietro.
La rapidità con cui i cardinali hanno raggiunto il consenso richiesto dei due terzi è stata solo la prima delle due grandi sorprese di questo ultimo conclave.
Mentre i cardinali si preparavano a riunirsi dopo il funerale di Papa Francesco, i vaticanisti prevedevano con sicurezza un conclave lungo, e forse anche dibattuto. Il ragionamento alla base di questa previsione è che Papa Francesco aveva volutamente nominato cardinali provenienti da diocesi lontane di tutto il mondo, e molti di loro erano stati nominati solo di recente. Pertanto, molti dei cardinali riuniti in Vaticano si sarebbero incontrati per la prima volta, o al massimo si sarebbero incontrati di sfuggita. Si prevedeva che ci sarebbe voluto un po’ di tempo perché i cardinali si conoscessero l’un l’altro, e poi per indirizzare il loro appoggio verso un candidato.
Eppure, appena al secondo giorno, c’è stata la fumata bianca e le campane hanno iniziato a suonare a San Pietro e in tutta Roma.
Il primo Papa Americano

Come ho detto, questa è stata solo la prima di due sorprese. La seconda è stata la scelta del candidato.
La maggior parte dei vaticanisti aveva previsto che i cardinali non avrebbero mai scelto un americano. Per giustificare questa previsione, avevano sottolineato il ruolo a volte difficile degli Stati Uniti come principale superpotenza globale, nonché un generale sentimento antiamericano in varie parti del mondo, che avrebbe potuto indurre i cardinali a non conferire la più alta carica della Chiesa cattolica a un americano. Anche su questo punto i vaticanisti hanno sbagliato.
Naturalmente, la cittadinanza del pontefice è, per molti versi, la cosa meno importante di lui. Il suo ruolo di Vicario di Cristo lo eleva al di sopra di qualsiasi preoccupazione campanilistica sulla nazionalità. In virtù del suo ufficio petrino, il Vescovo di Roma è anche vescovo del mondo, e in questo senso appartiene all’intero globo.
Eppure, come molti Americani, non ho potuto fare a meno di provare un senso di orgoglio nel vedere uno dei nostri figli nativi, nato a Chicago, spuntare nella loggia. Sebbene il suo italiano e il suo spagnolo siano impeccabili, è stato fantastico sentirlo iniziare la sua prima omelia, il giorno dopo la sua elezione, in perfetto inglese.
Un’eredità dietro il nome
Per molti versi, il primo insegnamento di un pontefice appena eletto è la scelta del suo nome. Scegliendo il nome, il Papa mette da parte la sua precedente identità e ne adotta una nuova come Vicario di Cristo in terra, un uomo che ora appartiene a tutta la Chiesa.
Il nome scelto da un Papa indica inevitabilmente qualcosa sulla sua spiritualità e su quali siano le sue priorità. Nel caso di Papa Francesco, la scelta del nome Francesco è stata subito interpretata come un’indicazione di due cose: in primo luogo, che il neoeletto pontefice avrebbe probabilmente avuto un pensiero originale, e che avrebbe seguito un proprio percorso unico (nessun Papa prima di lui aveva mai scelto il nome Francesco); in secondo luogo, che avrebbe probabilmente indirizzato le sue attenzioni sull’aiuto ai poveri, oltre che su questioni di ecologia. In entrambi i casi, le interpretazioni si sono rivelate corrette.

Quando giovedì scorso il cardinale protodiacono Dominique Mamberti ha annunciato dalla loggia della Basilica di San Pietro che il nuovo Papa aveva preso il nome di Leone XIV, il pensiero di chiunque abbia una qualche conoscenza storica del papato è volato immediatamente al predecessore e omonimo del nuovo Papa, Leone XIII, il cui pontificato durò dal 1878 al 1903.
Più di ogni altra cosa, Papa Leone XIII è noto per la sua rivoluzionaria enciclica Rerum novarum, a cui molti attribuiscono il merito di aver dato vita a una coerente dottrina sociale cattolica. In questa enciclica, Papa Leone XIII affrontò di petto molte delle questioni sociali più urgenti del suo tempo, in particolare la condizione dei lavoratori. Contro l’ideologia del socialismo, e in particolare della sua manifestazione più perniciosa, il comunismo, Papa Leone XIII delineò una comprensione ricca, sfumata e assolutamente cattolica di questioni come la proprietà privata e i diritti dei lavoratori.
Più in generale, Papa Leone XIII comprese in modo profondo come la dignità della persona umana dovesse essere sostenuta in un mondo moderno sottoposto a scosse di cambiamenti che avrebbero reso irriconoscibile gran parte dell’ordine sociale e infine prodotto il secolo più sanguinoso della storia umana.
Oltre a occuparsi del rapporto della Chiesa con la modernità, Papa Leone XIII ha anche rilanciato lo studio di San Tommaso d’Aquino, soprattutto nella formazione dei sacerdoti, attraverso l’enciclica Aeterni patris. Infine, Papa Leone XIII aveva un’enorme devozione per la Madonna e promosse vigorosamente la recita del Rosario, pubblicando dieci encicliche sul Rosario che ne affermavano il posto centrale nella vita devozionale cattolica.
Un pastore nella tempesta moderna
Il nostro nuovo Santo Padre, Leone XIV, ha già confermato che, scegliendo il nome di Leone, ha voluto manifestare la sua intenzione di seguire le orme di Leone XIII e, in particolare, i suoi successi nell’aiutare la Chiesa ad affrontare le questioni più scottanti della propria epoca.
Nel discorso ai cardinali di sabato scorso, il Santo Padre ha ricordato che in encicliche come nella Rerum novarum, Papa Leone XIII “affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale”.
“Oggi” ha aggiunto, “la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.
La decisione di porre l’accento sulle questioni relative all’intelligenza artificiale indica che il nostro nuovo Santo Padre è assolutamente consapevole dei problemi e delle questioni più urgenti del momento. Come vescovo, Papa Leone XIV ha mantenuto una presenza modesta sui social media, che i giornalisti hanno freneticamente cercato nelle ore successive alla sua elezione. Si tratta forse di un aspetto secondario, ma indica che questo Papa relativamente giovane non è estraneo alle correnti tecnologiche che stanno trasformando la società così velocemente che è sempre più difficile starle dietro.
Eppure, come ha indicato nel suo primo discorso ai cardinali dopo l’elezione, il ruolo della Chiesa, e del Vicario di Cristo, è innanzitutto quello di predicare il Vangelo, che è millenario e trascende ogni preoccupazione di tempo e di luogo.
“A noi spetta farci docili ascoltatori della sua voce e fedeli ministri dei suoi disegni di salvezza, ricordando che Dio ama comunicarsi, più che nel fragore del tuono e del terremoto, nel «sussurro di una brezza leggera» (1Re 19,12) o, come alcuni traducono, in una “sottile voce di silenzio”. È questo l’incontro importante, da non perdere, e a cui educare e accompagnare tutto il santo Popolo di Dio che ci è affidato”.
Attingendo all’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco, Papa Leone XIV ha elencato le sue principali priorità come Papa, tra cui:
“il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio (cfr n. 11); la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana (cfr n. 9); la crescita nella collegialità e nella sinodalità (cfr n. 33); l’attenzione al sensus fidei (cfr nn. 119-120), specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare (cfr n. 123); la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati (cfr n. 53); il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà (cfr n. 84; Concilio Vaticano II, Cost. Past. Gaudium et spes, 1-2)”.

La voce del Papa su famiglia e vita
Naturalmente, per Human Life International, e di conseguenza per i suoi sostenitori e lettori come voi, la questione del punto di vista del nostro nuovo Santo Padre su alcune delle questioni più urgenti riguardanti la vita e la famiglia è al primo posto nei nostri pensieri.
Non sorprende che sia abbastanza facile trovare molte prove del fatto che Papa Leone XIV sia fermamente impegnato a sostenere la dignità di tutte le persone umane.
Dato che Papa Leone XIV è stato a lungo missionario all’estero, operando in varie lingue, tra cui lo spagnolo e l’italiano, ci vorrà un po’ di tempo perché i giornalisti e coloro che desiderano saperne di più sul Papa possano individuare, tradurre e cogliere i temi e le idee principali del ministero sacerdotale ed episcopale del nostro Santo Padre. Ciò è reso ancora più difficile dal fatto che il nuovo Papa sembra aver avuto poco interesse ad attirare l’attenzione dei media, preferendo concentrarsi sulla sua opera missionaria e sul lavoro in Vaticano. Pertanto, sono poche le storie o le interviste dei media che possiamo consultare per saperne di più su di lui.
Tuttavia, comincia già a delinearsi un ritratto.

Difendete la vita!
Da vescovo e cardinale, Papa Leone XIV aveva ripetutamente espresso sostegno o partecipato attivamente a varie marce per la vita. “Difendiamo la vita umana in ogni momento!”, ha esortato i fedeli a lui affidati in un post, che includeva una foto di una marcia per la vita a Chiclayo, in Perù.
Secondo il Newsweek, in un discorso al clero del 2023, aveva affermato: “La Chiesa deve camminare con tutte le persone, specialmente le più deboli, assicurando che la loro dignità sia difesa dal grembo materno fino alla fine della vita, poiché questo è il cuore della missione di Cristo” (Traduzione nostra).
Newsweek osserva che, da vescovo, Papa Leone XIV aveva espresso chiaramente la sua opposizione all’eutanasia. “Non lo fate”, ha twittato nel 2016, condividendo un articolo sulla legalizzazione dell’eutanasia in Canada. Ha poi avvertito che il suicidio assistito “minaccia gli elementi più deboli della società”.
Il New York Times riporta anche che Papa Leone XIV si era opposto agli tentativi fatti in Perù per insegnare l’ideologia gender nelle scuole. Il Times riporta alcune citazioni da un discorso del 2012 ai confratelli vescovi, in cui l’allora vescovo si preoccupava che le influenze occidentali producessero “simpatia per credenze e pratiche che sono in contrasto con il Vangelo”. Il vescovo ha citato in particolare lo “stile di vita omosessuale” e le “famiglie alternative composte da coppie dello stesso sesso e dai loro figli adottati”.

Oremus Pro Pontifice Nostro Leone
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, senza dubbio, impareremo molto di più su Papa Leone XIV, man mano che inizierà a predicare e a scrivere. Nel frattempo, vorrei solo ricordarvi l’urgente dovere di tutti noi di pregare per il Santo Padre.
Come ho sottolineato nella mia rubrica della scorsa settimana, il ruolo del Santo Padre è sicuramente uno dei “lavori” più difficili al mondo. In un’età in cui molti uomini smettono di lavorare e si godono i frutti del loro lavoro in pensione, Papa Leone XIV sta appena iniziando un ministero globale che manterrà fino alla sua morte. Preghiamo per la buona salute, per la forza, per il coraggio e soprattutto per la santità di Papa Leone XIV, affinché possa essere un’icona vivente di Cristo sulla terra e condurre molti altri uomini e donne al messaggio del Vangelo e a Cristo stesso.


