Portare chiarezza nella confusione

Di Don Shenan J. Boquet (6/8/2016)

“Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele. [17] Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. [18] Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te…” (Ezechiele 3, 17-18)

Queste penetranti parole pronunciate da Dio Onnipotente dovrebbero spingere ogni pastore, a cui è affidata la cura delle anime, a fare una pausa di riflessione. Considerati alcuni recenti attacchi, noti ai più, da parte di Cattolici è senz’altro necessaria una certa chiarezza pastorale.

Esercitando la propria responsabilità di pastore dell’Arcidiocesi di Philadelphia, l’Arcivescovo Charles Chaput ha recentemente emanato gli “Orientamenti pastorali per l’applicazione di Amoris Laetitia”, offrendo delle indicazioni per i parroci, i diocesani e i responsabili della pastorale matrimoniale:

I ministri della Chiesa, guidati dalla misericordia, dovrebbero adottare un approccio pastorale sensibile in tutte queste situazioni – un approccio sia paziente, ma anche pienamente fiducioso nella verità salvifica del Vangelo e nella forza trasformante della grazia di Dio, confidando nelle parole di Gesù Cristo, che promette che “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,32). I pastori dovrebbero sforzarsi di evitare sia un soggettivismo che ignora la verità sia un rigorismo che manca di misericordia.

L’Arcivescovo esige e ricorda ai responsabili, che sono alla guida del popolo di Dio, il loro dovere morale nell’impegnarsi con dolce fermezza a trovare la soluzione per chi vive in situazioni irregolari e di peccato. Riprendendo l’invito di Papa Francesco, l’Arcivescovo Chaput chiama la Chiesa di Filadelfia, anche se il suo messaggio è stato ascoltato oltre la sua Arcidiocesi, a rinnovare e intensificare il suo zelo missionario nel proclamare il Vangelo; non solo per annunciare la misericordia di Dio, ma anche per annunciare in modo persuasivo l’insegnamento della Chiesa riguardo alla natura della famiglia e dei sacramenti del Matrimonio e dell’Eucaristia istituiti da Dio. I parroci e i membri del clero devono rafforzare le famiglie e aprire le braccia a coloro i cui matrimoni sono falliti, come pure abbracciare coloro che sono lontani dalla vita della Chiesa o che non vivono in pieno accordo con la fede cattolica.

L’Arcivescovo chiarisce attraverso i suoi orientamenti pastorali quello che la Chiesa insegna in modo autentico su matrimonio e morale. Mentre molti rivoluzionari hanno cercato di usare Amoris Laetitia per diffondere un discorso “nuovo” in materia di matrimonio, di ricezione della Santa Comunione, di convivenza, e di stili di vita oggettivamente immorali, l’Arcivescovo conferma l’insegnamento della Chiesa, corregge le false interpretazioni, e offre orientamenti pastorali ai sacerdoti per condurre le anime a Cristo:

Le dichiarazioni del Santo Padre si basano sulla visione cattolica classica, chiave di lettura per la teologia morale, della relazione tra verità oggettiva su ciò che è retto e ciò che è sbagliato, per esempio, la verità sul matrimonio rivelata da Gesù stesso, e su come la singola persona comprende e applica tale verità a particolari situazioni nel suo giudizio di coscienza. La dottrina cattolica chiarisce che la coscienza soggettiva dell’individuo non può mai essere impostata contro la verità morale oggettiva, come se la coscienza e la verità fossero due principi morali in competizione per il processo decisionale.

È vero che il cardinale scelto dal Santo Padre per presentare l’esortazione al momento della sua pubblicazione ha offerto una diversa interpretazione sul rapporto tra verità oggettiva e coscienza. Questa è una delle molte fonti di confusione, dove il documento è ambiguo, è stato affermato da alcuni che hanno parlato al Santo Padre, la cui intenzione sarebbe stata di lasciare che le singole diocesi interpretino individualmente le considerazioni pratiche di Amoris Laetitia, anche se contraddicono la diocesi confinante. Essi non sono stati corretti, e il documento sembra che sia stato scritto per questo scopo, così questa è l’interpretazione prevalente.

L’Arcivescovo Chaput, ignorando i controversi dibattiti riguardo l’esortazione, invece offre guida e indicazioni specifiche. L’Amoris Laetitia non ci esime dal conformare la nostra vita a Cristo e ai precetti morali della Chiesa, ma piuttosto è un invito a presentare la bellezza di invito di Gesù – convertitevi e credete al Vangelo – in modo più persuasivo. Invece di scendere a compromessi con una cultura che sta diventando sempre più laicista, dobbiamo presentare gli insegnamenti della Chiesa come un rimedio, un balsamo di guarigione da stendere generosamente sulle ferite di chi è sofferente, confuso, e smarrito, che ha bisogno di un consiglio autentico e una paziente risolutezza, mai disorientando o offrendo verità parziali.

La necessità della pastorale dell’Arcivescovo è stata confermata di recente, quando il vice presidente Joe Biden, che si definisce Cattolico, della diocesi di Wilmington, Delaware, ha pubblicamente officiato l’unione civile tra due uomini nella sua residenza presso l’Osservatorio Navale degli Stati Uniti. Egli rifiuta consapevolmente l’insegnamento della Chiesa riguardo la sacra istituzione del matrimonio e sostiene invece ciò che è scandalosamente offensivo verso Dio e i fedeli. C’è da meravigliarsi che i Cattolici non capiscano la natura del matrimonio, quando un tale scandalo grave e pubblico non viene pubblicamente stigmatizzato?

Dovremmo prendere in considerazione anche le dichiarazioni pubbliche e le azioni del senatore Tim Kaine che si professa anche lui Cattolico; tuttavia, ha un primato assoluto nel Senato degli Stati Uniti a favore del “diritto” all’aborto e di Planned Parenthood. È anche uno dei promotori della “Legge per la tutela della salute delle donne”, un disegno di legge che minaccia le leggi a favore della vita negli Stati Uniti. Recentemente ha ricevuto un’ovazione nella sua parrocchia di Santa Elisabetta nella diocesi di Richmond, Virginia, e la lode dai preti cattolici per la sua nomina come candidato democratico alla Vice Presidenza.

Si può capire il motivo per cui il modello per l’indirizzo pastorale, che l’Arcivescovo Chaput propone nella sua pastorale, abbia un’esigenza così indifferibile. Quando molti vescovi e capi della Chiesa, negli Stati Uniti e in tutto il mondo, si meravigliano perché la percentuale dei Cattolici che lascia la Chiesa sta crescendo, dovrebbero guardare ai gravi casi di derisione e di scandalo, alla mancanza di chiarezza e di correzione da parte della Chiesa, e stupirsi se la Chiesa crede davvero ciò in ciò cui essa dice di credere.

Abbiamo anche sentito il mantra, “segui la tua coscienza” da molti sostenitori che chiedono un compromesso riguardo l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio, la ricezione della Santa Comunione, la contraccezione, l’aborto, il divorzio, la convivenza e le unioni delle persone dello stesso sesso, senza spiegare che cosa insegna la Chiesa per quanto riguarda la natura della coscienza. Invece, essi trattano la coscienza come se fosse indipendente dalla responsabilità e dall’obbligo di aderire e di essere continuamente guidata dalla verità oggettiva. Insegnano erroneamente che la coscienza è la “maestra” piuttosto che l’“allieva”, sempre proiettata alla ricerca e all’apprendimento.

La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l’uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto. (Catechismo della Chiesa Cattolica n.1778)

Una coscienza ben formata è retta e veritiera. Formula i suoi giudizi seguendo la ragione, in conformità al vero bene voluto dalla sapienza del Creatore. Ciascuno deve valersi dei mezzi atti a formare la propria coscienza. (Catechismo della Chiesa Cattolica n.1798)

Mentre alcuni all’interno della Chiesa tentano di riscrivere il piano di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, presentando gli insegnamenti di Gesù come troppo difficili o non abbastanza pastorali, è incoraggiante e oserei dire confortante vedere un arcivescovo fare un passo oltre la confusione e invitare quelli sotto la sua custodia ad una vita autentica in Cristo.

Sapendo che il compito affidatogli sarà difficile e ricco di molte sfide, l’Arcivescovo Chaput offre questo pensiero ai pastori e a coloro che li assistono:

La grazia di Gesù Cristo è più che un pio modello; si tratta di un reale e potente seme di cambiamento nel cuore del credente. Le vite di molti santi testimoniano che la grazia può conquistare grandi peccatori e, per mezzo del suo potere di rinnovamento interiore, rinnovarli in una vita di santità. I parroci e tutti coloro che lavorano nel servizio della Chiesa dovrebbero promuovere instancabilmente la speranza in questo mistero di salvezza.

Preghiamo che altri capi all’interno della Chiesa ascoltino queste parole potenti, che non solo persuadono il cuore e la mente, ma offrono anche speranza a tutti noi.

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