Don Francesco Giordano: “Troppo spesso la Chiesa mette l’uomo prima di Dio”

Di Michele M. Ippolito. Fonte: www.lafedequotidiana.it.

“E’ in atto una deriva contro la sacralità e centralità della vita umana”. Lo dice don Francesco Giordano, direttore di “Vita Umana Internazionale”.

Don Francesco, la vita umana è oggi rispettata?

”Assolutamente no. E’ in atto una deriva che va contro la sacralità e centralità della vita umana,  il suo valore. Questo dipende da un fatto ben chiaro: nel mondo,  specie quello occidentale e cristiano, prevale una visione ormai neo pagana che ha posto al centro di tutto il dio denaro. Si fa tutto in sua funzione,  quella dei soldi e del successo, della finanza. Di tutto quanto porta ricchezza, anche malata e sacrifichiamo sull’ altare di questi falsi valori tutto, la dignità e la vita. Pensiamo all’aborto, all’ utero in affitto, alla contraccezione, cose che vanno contro la legge naturale e quella di Dio. Hanno sviluppo e successo, perchè lo impone la sete di guadagno, il vizio di un capitalismo senza freni”.

Possiamo dire che anche la famiglia è sotto attacco?

”Lo è da molto tempo e basti vedere alcune leggi recenti e di stretta attualità in Italia e nel mondo. Penso alle unioni civili italianeche vengono etichettate come progresso e  modernità, ma in  realtà sono una offesa e una ferita alla legge naturale e a quella di Dio”

Da che cosa dipende questo?

”Da una società che si sta avviando  verso una cultura neo pagana, anzi ne è già satura,  vive come se Dio non esistesse e lo ha messo alla porta. Stiamo anteponendo l’ Io a Dio e questi sono i risultati. L’ uomo si crede onnipotente, un superuomo. E’ il frutto della falsa cultura relativista, della dittatura del relativismo come giustamente la chiamava Papa Benedetto XVI, per la quale il vero non esiste e ciascuno si fabbrica la sua verità. In questo, spiace dirlo, anche la Chiesa cattolica , non tutta, ha delle responsabilità”.

Perchè?

”Spesso vediamo una Chiesa antropocentrica e non teocentrica, mette l’uomo sopra Dio. Penso alla pastorale dell’ assitenza sociale che è diventata un chiodo fisso, tanto da sopravanzare l’insegnamento della dottrina cattolica e il richiamo ai valori non negoziabili. Vediamo  con buona frequenza una Chiesa  mondana, che si adegua ai criteri del mondo, magari per piacere e  cercare consenso e con questo scivola nel relativismo. Talvolta esponenti di questa Chiesa non hanno il coraggio di opporsi al mondo e stanno in silenzio. Dobbiamo riconoscere che in tanti, persino Vescovi, il Magistero si è fatto confuso e non rispondente ai valori cattolici. Questa confusione, di tanto in tanto, la notiamo persino nella stampa cattolica e penso ad Avvenire. In alcune circostanze lo trovo ambiguo, senza nulla togliere alla sua importanza e prestigio”.

L’ Amoris Laetitia, come la valuta?

”Un documento che deve ancora essere studiato completamente e da valutare con attenzione e sano discernimento. Il capitolo 8 è quello che desta maggior  riflessione e credo che  vi sia il rischio di interpretazioni, nella prassi, relativiste. Lo giudico in certi punti ambiguo e controverso, come dicevo si presta al relativismo. Ricordo che la dottrina della  Chiesa cattolica non è soggetta a mutamenti e nessuno è autorizzato a questo. Semmai pò modificarsi il linguaggio”.

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