Popoli uniti per difendere la famiglia. Dai Carpazi alle Ande

(di Federico Cenci – fonte www.zenit.org). Romania e Colombia sono due Paesi distanti, geograficamente ma anche culturalmente. Eppure hanno in comune qualcosa. Non solo i colori della bandiera, giallo-rosso-blu. Hanno in comune il viscerale attaccamento ai valori tradizionali, che sono l’anima di un popolo.

Recentemente i cittadini romeni e quelli colombiani hanno dimostrato di non voler sacrificare quest’anima sull’altare del pensiero dominante. Allora si sono mobilitati usando gli strumenti democratici che hanno a disposizione, per arginare pericolose derive legislative. Mobilitazioni massicce, avvenute attraverso due petizioni per chiedere dei referendum a difesa della famiglia.

In Romania i cittadini sono stati capaci di raggiungere un risultato che ha dell’incredibile. Due mesi fa hanno iniziato una raccolta firme per promuovere un emendamento costituzionale per proteggere la famiglia naturale. I promotori dell’iniziativa vogliono prevenire interpretazioni arbitrarie dell’art. 48 della Costituzione, che riconosce la famiglia “fondata sul matrimonio libero tra coniugi, l’uguaglianza di questi e il diritto e il dovere dei genitori di assicurare la crescita, l’educazione e l’istruzione dei bambini”. Scopo del referendum è specificare che per coniugi si intendono “un uomo e una donna”.

Finora le firme raccolte sono circa 2milioni (il 10% della popolazione). Si è andati ben oltre la soglia richiesta dalla legge: ottenere entro il prossimo 24 maggio, a sei mesi dall’inizio della petizione, 500mila firme. L’iniziativa legislativa popolare dovrà ora essere presentata da uno dei gruppi parlamentari e passare al vaglio sia del Congresso che del Senato rumeno a maggioranza qualificata di 2/3.

Sono diverse le organizzazioni, di varie confessioni cristiane ma anche laiche, che si sono fatte interpreti di questa battaglia referendaria. Riunitesi sotto il nome “Coalitia pentru Familie”, hanno dichiarato: “Lo Stato riconosce che il matrimonio non si basa sui sentimenti, ma sul fatto che il futuro di una nazione sia protetto da ricambio generazionale e dalla crescita di bambini. Questo spiega l’importanza del matrimonio; che non è – va notato – solo un contratto, ma un’istituzione. Proteggere il matrimonio e la famiglia rappresenta le basi dell’impegno di vivere insieme in un clima di reciproco rispetto e responsabilità verso i bambini”.

Persegue la medesima finalità – la responsabilità verso i bambini – l’iniziativa popolare che è in atto in Colombia. Nel Paese latinoamericano la mobilitazione non ha uno scopo preventivo, ha invece l’obiettivo di ribaltare una decisione della Corte Costituzionale, che ha di recente introdotto la possibilità dell’adozione per gli omosessuali. La sentenza è arrivata nonostante sia il Senato sia il Congresso avessero già respinto questa apertura nella legge.

È così che Viviane Morales, del Partito Liberale, ha promosso un referendum, la cui richiesta è stata fino adesso caldeggiata da 2 milioni e 300 mila firme raccolte. La campagna, che si chiama “Firma per papà e mamma”, ha già superato di oltre 550 mila firme la soglia richiesta per promuovere un referendum. Considerando che ora toccherà al Registro Civile Nazionale esaminare l’autenticità delle firme, si prevede che i cittadini saranno chiamati alle urne tra febbraio e marzo 2017.

“La prima fase è pronta – ha commentato la Morales – ci auguriamo che la gente capisca che si tratta di una questione delicata che tocca l’essenza della famiglia e precisamente che l’adozione è un meccanismo per proteggere i bambini e non un diritto degli adulti”. Augurio, il suo, che nasce tra le viscere di ogni popolo, si trovino esse al di là delle Ande o ai piedi dei Carpazi.

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