Quelle persone che in Cina non vengono inquadrate dalle telecamere

Di Don Shenan J. Boquet

(Originale in Inglese. Traduzione degli articoli citati nostra)

Con l’inizio delle Olimpiadi invernali a Pechino, gli attivisti per i diritti umani stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle massive violazioni dei diritti umani perpetrate nel paese comunista. Tra le tragedie attualmente in corso in Cina c’è quella che molti esperti hanno definito un genocidio, commesso contro la popolazione musulmana Uigura, la repressione e il controllo delle chiese cristiane, la crescente restrizione delle libertà a Hong Kong, il massiccio aumento del controllo da parte dello Stato sui cittadini al fine di servire un distopico sistema di “credito sociale” e le vecchie brutali misure di controllo demografico, tra le quali aborti e sterilizzazioni forzati.

P. Shenan Boquet Presidente di VUI

Aborti e sterilizzazioni forzati

Da decenni ormai, le coppie cinesi sono soggette a terribili violazioni della loro dignità umana, poiché lo Stato impone loro il numero di figli che possono avere. Chi non rispetta la legge viene punito con multe salate e, nei casi peggiori, con aborti e sterilizzazioni forzati. In alcuni casi, le orribili conseguenze di questi aborti forzati sono state immortalate in foto o video. In una foto impressionante, che ha fatto il giro del mondo alcuni anni fa, una madre cinese giace su un letto, mentre accanto a lei c’è il bambino, che sarebbe nato, che le è stato appena strappato dal grembo.

Nei casi in cui una donna riesce a dare alla luce un figlio extra, “illegale”, il bambino non viene riconosciuto dallo Stato e non può quindi ottenere i privilegi fondamentali della cittadinanza, come l’accesso all’istruzione o all’assistenza sanitaria. Nel frattempo, decenni di politica del figlio unico, combinati con una preferenza culturale per i maschi, hanno portato a un enorme squilibrio di genere, che i sociologi temono possa fomentare disordini e che attualmente alimenta il mercato del sesso, dato che molti uomini cinesi non riescono a trovare una moglie. Questo squilibrio di genere è stato creato dalla pratica su larga scala dell’aborto selettivo per sesso, con innumerevoli milioni di bambine non ancora nate abortite semplicemente per il fatto di essere del sesso “sbagliato”.

Negli ultimi anni, la Cina ha iniziato ad allentare alcune di queste misure di controllo della popolazione. Questo avviene mentre il Paese si trova ad affrontare un’imminente implosione demografica. Secondo un recente rapporto, il tasso di natalità del Paese è sceso al livello più basso dal 1949, con appena 1,3 bambini nati per donna, molto al di sotto dei 2,1 necessari per rimpiazzare la popolazione.

Nel 2016, la Cina ha annunciato che avrebbe permesso alle coppie di avere due figli. Poi, l’anno scorso, ha annunciato che avrebbe aumentato il numero di figli a tre. Poiché la paura di un calo demografico si fa strada, il Partito Comunista sta persino iniziando a incentivare ad avere più figli e, secondo un rapporto, a dare un giro di vite alle vasectomie non approvate. Ma se questa è una buona notizia per quelle coppie che vorrebbero più di un figlio, resta il fatto che la Cina esercita un potere dittatoriale su uno degli aspetti più privati e più sacri della vita umana. Come si legge in un titolo di Catholic Asia News, “La nuova politica dei bambini della Cina significa più figli ma nessuna libertà”.

È difficile sopravvalutare quanto queste misure coercitive siano un’evidente violazione dei diritti e della dignità umani. Come affermato da Papa Paolo VI nella Populorum progressio, “il diritto al matrimonio e alla procreazione è un diritto inalienabile, senza del quale non si dà dignità umana” (Populorum progressio, 37). Questa perdita della dignità umana è stata la realtà quotidiana per miliardi di cinesi per decenni sotto il Partito Comunista. È sconcertante contemplare l’enorme quantità delle vite distrutte e dei corpi e delle anime brutalizzati da politiche che possono essere descritte solo come pura malvagità.

Il genocidio degli Uiguri

Molte nazioni, tra cui Stati Uniti, Australia, Canada e Regno Unito, si rifiutano di inviare delegazioni diplomatiche in Cina per le Olimpiadi in segno di protesta. Anche alcuni atleti stanno cercando di trovare un modo per protestare. Nella maggior parte dei casi, la questione che vogliono evidenziare è la continua repressione della popolazione musulmana uigura.

Pochi giorni fa, l’Assemblea Nazionale Francese ha votato la legge 169-1 per riconoscere ufficialmente “le violenze perpetrate dalla Repubblica Popolare Cinese contro gli Uiguri come crimini contro l’umanità e genocidio”. Anche la legislatura giapponese ha approvato una risoluzione simile, anche se più morbida, la scorsa settimana.

Diversi rapporti provenienti dalla Cina hanno dimostrato che oltre un milione di Uiguri che vivono nella regione dello Xinjiang sono detenuti in campi di concentramento di massa. In questi campi sarebbero sottoposti a condizioni orribili, tra cui stupri, torture, indottrinamento comunista e lavoro forzato, oltre all’espianto forzato di organi per i trapianti.

Alcuni sopravvissuti sostengono che la Cina vorrebbe eliminare il popolo Uiguro e che, a questo scopo, stia ricorrendo a sterilizzazioni e aborti forzati. In una testimonianza straziante, un rifugiato uiguro ha raccontato a un gruppo di esperti britannici di diritti umani, di come i neonati venissero uccisi in quella regione.

“Quando lavoravo negli ospedali, a volte sentivamo che alcuni bambini nascevano, iniziavano a piangere e da questo sapevamo che erano vivi”, ha detto. “Ma sapevamo che a tutti i bambini sarebbe stata fatta l’iniezione; quindi, sapevamo che sarebbero morti prima di arrivare a casa”.

La persecuzione dei Cristiani

Le misure coercitive di controllo della popolazione e il genocidio perpetrato contro il popolo Uiguro sono semplicemente due manifestazioni del modo tirannico di governare del Partito Comunista Cinese, secondo un’ideologia marxista che vede gli esseri umani non come individui, ma piuttosto come unità spersonalizzate al servizio dello stato.

Questo controllo dittatoriale si infiltra in ogni aspetto della vita dei cittadini cinesi, compresa non solo l’unione più intima tra marito e moglie, ma anche le credenze religiose del popolo cinese. Il Partito Comunista, in particolare, guarda al cristianesimo con profondo sospetto.

Sebbene in Cina vi siano decine di milioni di cristiani, le loro chiese sono attentamente controllate dallo Stato. Negli ultimi anni, persino il Vaticano ha ceduto al Partito Comunista il controllo parziale dell’azione della Chiesa in Cina, in particolare nella scelta dei nuovi vescovi.

I Cristiani e i capi della Chiesa che si rifiutano di seguire la linea dello stato e di garantire un sostegno incondizionato al Partito Comunista sono perseguitati, talvolta costretti a nascondersi o arrestati. Un articolo di Forbes riporta che: “I Cristiani sono soggetti a varie forme di discriminazione e persecuzione in Cina. I Cristiani spesso denunciano la chiusura delle chiese, il divieto di vendere bibbie online, la rimozione di croci e l’arresto di sacerdoti e fedeli. I rapporti suggeriscono anche che ci sarebbero piani per ‘contestualizzare’ la Bibbia, per renderla più ‘culturalmente accettabile’ e per adattare la predicazione cristiana in modo da includere i valori fondamentali del socialismo”.

Uno scrittore della National Review ha scritto giustamente: “Il governo cinese sbaglia a perseguitare i Cristiani, ma ha ragione ad averne paura. Il Vangelo di Gesù Cristo è del tutto incompatibile con la rigida obbedienza al PCC, e un maggior numero di cinesi che lo conoscono significa un minor numero di cinesi la cui massima fedeltà è a Xi Jinping. ‘I primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi’ è una cattiva notizia per i dittatori”.

Pregare per la Cina

Data la natura totalitaria del governo cinese e la portata delle sue violazioni dei diritti umani, è preoccupante che il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) abbia deciso di organizzare le Olimpiadi in Cina. Molti temono che la Cina sfrutti l’occasione per fare propaganda filocomunista, proprio come Hitler usò le Olimpiadi del 1936 a Berlino per dare una certa immagine della Germania al mondo.

Tuttavia, chi è giustamente inorridito dal calpestamento della dignità umana da parte della Cina può sfruttare questa opportunità per far conoscere alla gente i crimini perpetrati contro i nostri fratelli e sorelle cinesi e per ricordarci di pregare per la libertà e il rispetto della dignità umana e delle persone in Cina.

Un’organizzazione cristiana, Voice of the Martyrs, ha lanciato un’iniziativa in vista delle Olimpiadi esortando le persone a “pregare per i nostri fratelli e sorelle cristiani che subiscono persecuzioni per mano del governo comunista cinese”.

“Le Olimpiadi sono sempre ricche di una sfarzosa coreografia e di risultati atletici straordinari”, ha dichiarato il gruppo in un comunicato. “Ma non possiamo dimenticare quello che il governo ospitante non vuole farci vedere: sacerdoti imprigionati, chiese distrutte e una totale mancanza di libertà religiosa. Mi auguro che ogni Cristiano sfrutti ogni evento e ogni appuntamento olimpico come promemoria per pregare per i nostri fratelli perseguitati in Cina, come le Scritture ci insegnano a fare”.

In effetti, mentre i nostri atleti gareggiano in questi Giochi, non dobbiamo mai dimenticare la tragedia umana che si sta svolgendo appena fuori dal bagliore dei riflettori e dalla vista delle telecamere. I nostri fratelli e sorelle in Cina soffrono sotto un regime totalitario che segue e limita ogni loro movimento, tiranneggia gli aspetti più sacri e privati delle loro vite, schiaccia il dissenso politico e riduce i singoli esseri umani a rotelle senza nome negli ingranaggi dello stato.

Possiamo usare questi Giochi Olimpici per risvegliare i nostri cuori per chi soffre, per chiedere la fine di queste violazioni dei diritti umani e per digiunare e pregare chiedendo l’alba di una nuova era in Cina.

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