Don Francesco Giordano (Vita Umana Internazionale): “Don Pusceddu non difeso dal suo vescovo”

Di Bruno Volpe. Fonte http://www.lafedequotidiana.it/don-franco-giordano-vita-umana-internazionale-don-pusceddu-non-difeso-dal-suo-vescovo/

“Perdono ai gay? No, piuttosto si chieda scusa ai fedeli per  non insegnare sempre la retta dottrina”. Lo dice don Francesco Giordano, Direttore di Vita Umana Internazionale.

Direttore, Papa Francesco ha detto che la Chiesa deve chiedere perdono anche ai gay, che cosa ne pensa?

“In tutta sincerità non sento  la necessità di scusarmi con loro, e di che cosa?  Semmai,  vale come regola generale, è il contrario. Tutti i peccatori dovrebbero chiedere perdono loro delle loro mancanze.  Questo vale per tutti i peccatori, incluso chi parla in questo momento”.

E le parole del Papa?

“Penso che bisogna capovolgere la logica e partire da un’altra. Invece di chiedere perdono ai gay, la Chiesa, non come istituzione, ma nelle singole persone, si scusi quando non  ha insegnato o non insegna la retta dottrina. Di questo dobbiamo chiedere perdono e dare conto al Signore: del rinunciare o abdicare al ruolo di pastori, del non mettere le persone sulla retta via ricordando  con dolcezza, ma fermezza, la retta dottrina e il Catechismo. Questo è il vero, grande motivo per il quale  gli uomini di Chiesa devono chiedere perdono a Dio. Oggi, per uno sfrenato antropocentrismo, abbiamo messo fuori Dio e questo è il risultato, la confusione. Chiedere scusa a parole è facile, cambiare atteggiamento molto più complicato”.

Il Papa, però, è largamente condiviso ed anche apprezzato dai media…

“Generalmente come cristiani dobbiamo essere preoccupati se e quando il mondo ci esalta, dovrebbe accadere il contrario. Quando sento tanti complimenti al Papa da parte degli atei mi domando: veramente tutto funziona bene o ci sta qualche cosa che non va? Devo anche dire che ho apprezzato le parole del Papa nel suo viaggio in Armenia sul genocidio. Ora spero in esternazioni altrettanto nette su Asia Bibi, alzi la voce anche per lei”.

Che rischio corre oggi la Chiesa?

“Ricordo a me stesso che Giovanni Paolo II e Ratzinger fecero enormi sforzi per spiegare e per promuovere il Catechismo. Oggi questo si sta  abbandonando, con un linguaggio talvolta confuso e ambiguo. Il Papa e i vescovi hanno il dovere di confermare i cristiani nella fede, rafforzare prima di tutto quelli che già la hanno. Se manca questo, rischiamo di perdere coloro che sono nel recinto e non arriveranno gli altri da fuori”.

Ha seguito a Cagliari la vicenda di don Pusceddu?

“Sì, conosco quel sacerdote e lo stimo. Probabilmente colpendolo si è lanciato un messaggio: attenti a  come parlate, oggi a lui, domani a voi. Vedete quello che può  accadervi? Don Pusceddu ha sostenuto con chiarezza quello che la Parola, la dottrina e il catechismo dicono sulla sodomia, idee corrette. In questo modo la Chiesa fa autolesionismo,  va contro se stessa. Il suo vescovo avrebbe dovuto  ascoltarlo, poi difenderlo e proteggerlo come un padre e invece è successo il contrario”.

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