Bari, contraccezione protagonista nell’educazione dei giovani?
(Fonte: prolifeinsieme.it)
Gentile direttore,
in risposta all’articolo da lei pubblicato in merito all’iniziativa di incontrare i giovani su temi riguardanti la sessualità, l’affettività e la contraccezione ho da fare alcune considerazioni. In primis la location: come si può pensare di rispondere ai dubbi e alle aspettative dei … giovani in un contesto così allargato? L’esperienza insegna che convegni di tale portata portano in sé i rischi di un indottrinamento, di una operazione di marketing, non a caso l’iniziativa è sponsorizzata da una casa farmaceutica che produce contraccettivi, ben lungi dall’obbiettivo più volte citato di aiutare i giovani a fare scelte più consapevoli.
Non meno rilevante è l’intento perseguito dagli organizzatori di fornire un bagaglio di conoscenze privo di condizionamenti ideologici: ebbene il condizionamento è già nei presupposti dell’iniziativa che a senso unico promuove l’uso dei contraccettivi e una libertà sessuale senza rischi come la ricetta della felicità! Mi dispiace contraddire chi crede in questo stereotipo ma i giovani già godono della libertà sessuale e conoscono bene i contraccettivi e come utilizzarli grazie ai media, ma è unanime e generalizzato constatare che i giovani di oggi felici non sono, anzi piuttosto problematici. Il grido di allarme ormai proviene da più voci autorevoli, psichiatri e educatori a vario titolo impegnati sul fronte delle relazioni con giovani e adolescenti. La questione su cui tutti siamo chiamati ad impegnarci e ad interrogarci non è l’educazione sessuale bensì l’educazione sentimentale! La sessualità consapevole e responsabile non può prescindere dalla relazione con il partner, ed è la natura di queste relazioni che è necessario affrontare e di conseguenza la natura dalle relazioni parentali e amicali. La nostra società non è più in grado di generare atti di amore e questa degenerazione si traduce in difficoltà relazionali ed affettive.
Non ci può essere sessualità senza relazione e la ricerca del piacere fine a sé stesso non porta a nulla, anche perché al piacere ci si abitua.
Manca la cultura dell’amore, presupposto indispensabile della felicità e senza la quale non ci può essere una sessualità veramente e non falsamente appagante.
Dott. Isabella Di Giovanna, psicologa
Taranto.
Comitato “Pro-life insieme“


