Il padre di Lambert denuncia l’«omicidio in corso d’opera» di suo figlio

Di Manuela Antonacci (fonte: www.notizieprovita.it. Originale in Francese: Europe1)

Pierre Lambert, il padre di Vincent Lambert ha denunciato, la scorsa domenica, l’«omicidio in corso d’opera» di suo figlio, in stato di minima coscienza da oltre 10 anni.

«L’eutanasia è semplicemente un omicidio mascherato», ha detto ai giornalisti Pierre Lambert, poco prima di arrivare al capezzale di suo figlio presso l’ospedale Chu Sébastopol di Reims, dove Vincent Lambert, 43 anni, ormai senza idratazione e nutrizione da giorni, è attualmente in stato di sedazione profonda.

La camera dell’uomo è sorvegliata dalle forze dell’ordine e l’accesso è difficile perché sottoposto a un rigido filtro. Persino i suoi genitori, abituati a frequentare l’ospedale da anni, sono beffardamente costretti a mostrare i documenti per vederlo. «La situazione è grave», si legge sulla stessa pagina Facebook del Comitato Je Soutiens Vincent, «la Francia sta introducendo l’eutanasia dei disabili. E il governo sta sfruttando la vita e la morte di Vincent Lambert per questo sinistro scopo ideologico».

Pierre Lambert, padre di Vincent Lambert
Pierre Lambert, padre di Vincent Lambert

Il quotidiano cattolico La Croix ha raccontato che al paziente viene solo inumidita la bocca per l’evidente arsura, perché le mucose non lo torturino con un’insopportabile sensazione di secchezza. Come ha affermato il padre di Lambert siamo di fronte a un omicidio in corso d’opera, una lenta, mortale tortura denunciata anche dal neurologo Xavier Ducrocq, che si è battuto per salvare la vita dell’uomo, e che, nei giorni scorsi, si è scagliato contro i medici responsabili del distacco della nutrizione, perché, ha affermato, stanno «seppellendo Ippocrate» e rappresentano «il disonore di una medicina che non sopporta i suoi fallimenti e limiti».

Ducrocq, sostiene convintamente che siamo davanti alla «regressione di una società che non sa, non vuole proteggere i più deboli della sua famiglia». Ma la beffa, oltre il danno, consiste nel fatto che l’agonia volutamente provocata in Lambert, si stia consumando paradossalmente proprio in un reparto di cure palliative che si ritrova a svolgere, come ha sottolineato Ducrocq, «una nuova missione, contraria ai loro principi fondanti». Siamo di fronte a un vero e proprio omicidio legalizzato che si configura, se la situazione non fosse già abbastanza drammatica, dice Ducrocq, come un mero «abuso su una persona vulnerabile».

La famiglia di Vincent Lambert è dilaniata da anni di battaglie legali in seguito alla richiesta della moglie dell’uomo, Rachel, nominata tutrice del marito nel 2016, della sospensione dell’idratazione e della nutrizione. La donna è sostenuta, per di più, anche da un nipote di Vincent, François Lambert, che intende porre fine a questa «feroce terapia», ma il paziente non dipende da alcuna macchina per vivere e pertanto non ha mai subito alcun accanimento terapeutico. Per questo motivo anche Viviane Lambert, durante la conferenza nella sede dell’Onu di Ginevra, aveva denunciato pubblicamente, ciò che sostiene anche suo marito, ovvero «il tentativo di assassinare» legalmente suo figlio, «vogliono uccidere Vincent e non c’è altra parola per descrivere quanto sta accadendo».

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